L’andamento del mercato del lavoro nel secondo trimestre del 2020

In Italia, la pandemia ha aggravato la situazione del mercato del lavoro già in sofferenza. In generale, nel secondo trimestre del 2020 le dinamiche del mercato del lavoro hanno risentito ancor di più rispetto al precedente trimestre degli effetti dell’emergenza sanitaria. Si è ridotto il numero degli occupati e allo stesso tempo quello degli inattivi. Tuttavia ci sono alcuni settori che con l’emergenza sanitaria hanno avuto nuove opportunità, primo tra tutti il digitale. 

Dai dati dell’istituto Nazionale di Statistica sul secondo trimestre del 2020 emerge una forte riduzione dell’occupazione e della domanda di lavoro sia in termini congiunturali, che tendenziali. Se si guarda ai singoli mesi si verifica un lieve miglioramento da questo punto di vista per i mesi di luglio e agosto, dove diminuisce anche l’inattività e quindi aumenta concretamente il numero di persone alla ricerca di un lavoro. Dopo i mesi di buio del primo trimestre, l’Istat ha registrato una crescita dell’occupazione dello 0,4% su base mensile, equivalente ad un incremento pari a 85 mila unità, che risulta essere comunque inferiore di oltre 350 mila unità rispetto a febbraio 2020. Si ritiene che se il trend di miglioramento del mercato del lavoro proseguisse in questa direzione si potrebbe anche immaginare un risultato finale migliore del precedente. Tuttavia alcune previsioni (Intesa San Paolo) ritengono che l’impatto della crisi sul tasso di disoccupazione potrebbe intensificarsi nei prossimi mesi. Come afferma Roberto Monducci, direttore del Dipartimento per la produzione statistica dell’Istat, il mercato del lavoro in Italia ha subito 3 mesi consecutivi di cadute congiunturali, un trend non fortissimo, ma comunque persistente, in quanto dall’inizio della pandemia c’è stato un calo di circa 500.000 posti di lavoro.

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Inoltre, anche le imprese italiane vertono in una situazione di forte criticità. Dall’indagine di Confindustria sugli effetti della pandemia da Covid-19 per le imprese italiane emerge che rispetto a marzo 2019, si è verificato un calo del fatturato pari al 32,6% e un calo delle ore lavorate pari al 32,5%, questi effetti sono ulteriormente accentuati per le imprese con meno di 10 dipendenti. Queste problematiche vengono generalmente associate al rallentamento della domanda sia nel mercato domestico che in quello internazionale. Tuttavia, come precedentemente affermato, le imprese italiane potrebbero sfruttare la crisi come un’opportunità per cambiare ed evolversi, soprattutto una specializzazione sul digitale può essere un’interessante leva per creare valore per le aziende italiane.

Il dato più preoccupante è quello relativo ai giovani, secondo l’Istat, nel secondo trimestre del 2020 il tasso di occupazione della fascia di 15-34 anni è sceso al 39,1%. Tuttavia il calo degli occupati e delle ore di lavoro non è distribuito in maniera uniforme, in quanto vi sono delle differenze significative, non solo per le fasce d’età, ma per sesso e area geografica. Il calo del tasso di disoccupazione è maggiore nel mezzogiorno e nel centro in confronto al nord associato ad un aumento più intenso del tasso di inattività nelle regioni meridionali e centrali. Inoltre tornano ad aumentare anche le differenze di genere, in quanto risulta essere maggiore il calo di occupazione tra le donne, così come il tasso di inattività e di conseguenza anche il tasso di disoccupazione.

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