Lavoro part-time: cos’è e come è regolamentato?
Il contratto part-time è una forma di lavoro che è caratterizzata da un orario lavorativo parziale rispetto a quello normale a tempo pieno. Il lavoro part-time è caratterizzato da un orario di lavoro, fissato dal contratto individuale di lavoro, inferiore rispetto all’orario di lavoro a tempo pieno previsto dalla legge (40 ore settimanali) o dal contratto collettivo. I lavoratori con contratto part time hanno gli stessi doveri dei dipendenti a tempo pieno, ma in proporzione alla quantità di lavoro prestata: pertanto, il fatto che la retribuzione di un lavoratore a tempo parziale risulti ridotta, rispetto a quella di un lavoratore full time, non costituisce una discriminazione, in quanto la paga è basata sulle ore di attività del lavoratore.
Tipologie di part-time
Esistono 3 tipologie di part-time:
- Part-time orizzontale: si ha quando la diminuzione di orario è giornaliera ed è prevista in relazione al comune orario giornaliero di lavoro. Ad esempio l’impiegato che lavora tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 15 quando il tempo pieno è invece di 40 ore dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17;
- Part-time verticale: quando l’attività è svolta a tempo pieno, ma solamente in alcuni giorni della settimana, del mese o dell’anno. Esempio è il dipendente che lavora 8 ore al giorno come un tempo pieno ma unicamente per 2 giorni a settimana anziché 5;
- Il part-time mistoinfine è caratterizzato da un’unione delle due tipologie precedenti.
Diritti del part-time
Chi lavora part-time non deve essere discriminato rispetto a chi lavora a tempo pieno per quanto riguarda il trattamento economico e normativo. Ha diritto alla sua stessa retribuzione anche se l’importo dei trattamenti economici per malattia, infortunio e maternità vengono calcolati in base alle ore di lavoro. Ha diritto al trattamento normativo ugualmente a chi lavora a tempo pieno per la durata delle ferie annuali, la durata del congedo di maternità e anche per gli infortuni.

Quando è obbligatorio concedere il part-time?
Il datore di lavoro o comunque l’azienda, non è obbligato a concedere il part-time al lavoratore che fa la domanda, così come non può convertire il rapporto da tempo pieno a tempo parziale senza il consenso del dipendente. Il datore di lavoroha l’obbligo di concedere il tempo parziale:
- in luogo del congedo parentale;
- se il dipendente è affetto da una malattia oncologica o da gravi patologie cronico degenerative, per cui risulta notevolmente ridotta la capacità lavorativa;
- se la lavoratrice risulta inserita in un percorso di protezione relativo alla violenza di genere (se esistono posti disponibili in organico).
Il dipendente ha diritto ai permessi?
Chi ha un contratto di lavoro part time orizzontale, cioè chi lavora tutti i giorni, ma per un numero di ore inferiori all’orario giornaliero standard, ha ovviamente diritto a 3 giorni di permesso al mese. In relazione ad ogni giornata, le ore di permesso che gli spettano sono di meno, così come sono di meno le ore lavorate: questa non è una discriminazione in quanto il diritto viene riproporzionato in base alla quantità di ore di lavoro svolte dal dipendente. Per quanto riguarda i lavoratori con orario di lavoro part time verticale, cioè che prestano la propria attività soltanto per alcuni giorni della settimana, o per alcuni periodi dell’anno, il calcolo dei permessi Legge 104 spettanti è differente. Nella generalità dei casi, il numero dei giorni di permesso retribuito va ridimensionato in proporzione alle giornate di lavoro prestate, arrotondando.
Nei precedenti articoli si è parlato di...

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